I numeri dell’avvocatura – Rapporto CENSIS 2021

Cassa Forense, come ogni anno, ha commissionato al CENSIS un questionario per analizzare lo stato dell’Avvocatura.

All’esito del lavoro è emerso che al 2020 gli avvocati iscritti agli ordini professionali sono 245.478 ed invece iscritti alla Cassa sono 231.295 attivi e 13.735 pensionati.

Nel 2020 per la prima volta le donne pari a 115.724 hanno superato gli uomini pari a 115.571.

Quasi il 45% esercita la professione nelle regioni meridionali mentre la classe d’età più consistente è quella compresa fra 40 e 49 anni con il 38,8% degli iscritti attivi.

Dal lato del reddito professionale medio dichiarato nel 2019 è di € 40.180.

Se si confrontano le diverse componenti anche per il 2019 si confermano le differenze che penalizzano le donne, i più giovani ma anche chi risiede nelle regioni meridionali dove lo scarto reddituale rispetto alla media nazionale è di € 16.000.

Osservando il dettaglio delle classi di reddito la percentuale dei segmenti fino ad € 20.000 sale al 53,5% vale a dire circa la metà degli iscritti.

Al di sopra dei 50.000 vanno a collocarsi il 18,5% degli iscritti attivi.

E’ bene precisare che questi dati reddituali si riferiscono al 2019 vale a dire prima della pandemia.

L’analisi di questi dati mostra un’Avvocatura che era in crisi e che è stata letteralmente travolta dalla pandemia.

Proprio a causa del blocco dei processi provocato dalla pandemia e dalla grave crisi della professione molti colleghi si stanno cancellando dall’albo e stanno tentando altre strade lavorative soprattutto stanno partecipando ai concorsi pubblici per l’assunzione a tempo indeterminato nella P.A.

In particolare per quanto riguarda l’Ordine di Taranto a far data dal gennaio di quest’anno e fino al 5.10.21 a fronte di 54 nuove iscrizioni abbiamo assistito a 45 cancellazioni con un saldo attivo di 9 avvocati.

Questi numeri devono necessariamente comportare una seria riflessione dell’Avvocatura sulla professione forense e richiedere un maggior impegno delle istituzioni forensi.

E’ sicuramente auspicabile un intervento legislativo che ponga rimedio all’abolizione dei  minimi tariffari prevedendo l’equo compenso in particolar modo negli incarichi della P.A. perchè nel recente passato abbiamo assistito ad offerte professionali a costi a dir poco irrisori per non dire indecenti.

Anche la Cassa deve continuare nelle politiche di Welfare cosiddetto attivo a sostegno degli avvocati durante l’attività professionale e non solo ma anche a sostegno della famiglia e della salute.

Ritengo che sia opportuno anche in futuro incentivare dette misure soprattutto con riferimento alla professione ed auspicando a tal fine l’apertura di nuovi spazi di mercato.

Anche i fondi europei che, con le ultime modifiche legislative, sono stati estesi ai professionisti oltre che alla piccola e media impresa potranno costituire un supporto per i professionisti.

Infine poiché il dato emerso è quello dell’avvocato che da solo in studio affronta la professione sarebbe, invece, auspicabile la figura dell’associazione tra professionisti con diverse specializzazioni che anche con l’ausilio delle nuove tecnologie informatiche potranno affrontare il processo telematico.

 

Avv. Luca Panarelli

(Consigliere Ordine Avvocati Taranto)

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11/11/2021

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